a motorcycle that is sitting in a room

Assuefazione o Involuzione

PAROLE IN LIBERTÀSOCIETÀ & COSTUME

Andrea Loreti

8/23/2025

Uscendo per qualche giorno dalla vita cittadina e immergendomi in una dimensione più provinciale ( ma forse più sana) mi sono reso conto di quanto mi sono abituato al degrado cittadino.

E questo non è sano, questo rischia di spostare l’asticella del tollerabile troppo in alto quindi mi sono voluto soffermare su cosa realmente provoca riprovazione sociale e che cosa sia.

Sentimento estremamente variabile dal fatto che ognuno di noi è diverso ma ci sono comunque comportamenti e fatti che trovano comunque un comune senso di disgusto.

Ma che cosa è la riprovazione sociale? e quante volte hai letto una notizia che ti avrebbe fatto indignare qualche anno fa, e oggi ti lascia quasi indifferente? Una truffa politica, un abuso di potere, un’altra ingiustizia sociale, l'ennesimo fatto di cronaca al quale le istituzioni non danno risposta? oppure il semplice degrado urbano visto che le condizioni delle nostre città.

Cos’è la riprovazione sociale, e perché è importante? La riprovazione sociale è quel giudizio collettivo che ci dice: “questo comportamento non è accettabile”.

Non è una legge, è il disprezzo pubblico, l’indignazione condivisa, la vergogna sociale.

Serve a proteggere l’ordine etico di una società : se nessuno condanna certi comportamenti, questi diventano sempre più comuni, e alla lunga, “normali”.

Sin da quando ero bambino quando si parlava di persone che erano state per lavoro o per vacanza all'estero la prima cosa che si diceva era che non c'era un mozzicone di sigaretta a terra e che hai semafori nessuno usava il clacson come una tromba da stadio, questi cliché sono lo specchio di piccoli comportamenti civili che dovrebbero essere la base di una società come la nostra figlia di un Impero Romano che mentre da noi si ergevano acquedotti e strutture che sfidano tutt'ora il tempo all'estero vivevano dentro le capanne, Un popolo che a conosciuto il Rinascimento, che è un icona di stile ed eleganza riconosciuto in tutto il mondo ecc. ecc.

Ora gli incivili sembriamo noi proprio perché tolleriamo comportamenti che oltre confine sono severamente puniti, perché il gusto e lo stile di vita Italiano ormai sembra una roba per vecchi, insomma viviamo un imbarbarimento generale e diffuso.

Perché oggi ci indigniamo sempre meno? La risposta breve? perché siamo stanchi, bombardati e anestetizzati.

Ecco qualche motivo:

1. Saturazione informativa: Viviamo immersi in un flusso continuo di scandali, crisi e drammi. Non c’è più spazio per digerire le notizie, figuriamoci per indignarsi davvero.

2. Normalizzazione del male: Se vedi lo stesso comportamento scorretto ripetersi mille volte, alla fine ti sembra inevitabile. E l’eccezione diventa la regola.

3. Polarizzazione: (questo è comune nello scenario politico Italiano)Oggi si giudica un’azione in base a chi la compie e non al cosa sia accaduto.

Se “è dei nostri”, lo giustifichiamo. Se “è degli altri”, lo demonizziamo e viceversa , Il meccanismo dell’assuefazione La nostra tolleranza al male funziona come la soglia del dolore: si alza con l’esposizione continua.

Ecco come ci abituiamo al peggio, passo dopo passo:

• Fase 1: Shock. “Ma è uno scandalo!”.

• Fase 2: Abitudine. “È già successo altre volte.”

• Fase 3: Banalizzazione. “Ormai ci fanno pure i meme.”

• Fase 4: Rassegnazione. “Così fan tutti…” Il risultato? “Bhé che male c’è lo fanno tutti” accettiamo senza reagire cose che un tempo ci avrebbero indignato profondamente.

Come possiamo invertire la rotta? Non si tratta di tornare a indignarci per tutto, ma di non smettere di vedere ciò che è sbagliato e sviluppare una coscienza critica che appartiene ad una società evoluta.

Ecco qualche idea concreta:

• Coltiva il senso critico. Chiediti sempre “perché sto accettando questa cosa?”

• Non minimizzare. “Tanto fanno tutti così” non è un argomento valido.

• Riscopri la coerenza. Giudica i fatti, non le persone.

• Sii una voce fuori dal coro, anche solo dire “questo non è normale” può fare la differenza.

•Fai memoria. Ricordare come ci facevano sentire certe ingiustizie può aiutarci a non assuefarci.

Conclusione Bisogna tornare ad indignarci e ad avere il coraggio di dirlo Il problema non è solo quello che succede nel mondo.

È che ci stiamo abituando a vederlo peggiorare senza reagire.

Stiamo anestetizzando la coscienza collettiva, e quando tutto è accettabile, nulla è più significativo.

Forse è il momento di tornare a dire, con semplicità e fermezza: “Questo non va bene.

Non mi va bene, Non ci va bene!!!.

CI Stiamo Abituando al Peggio? La Riprovazione Sociale e l’Arte della Rassegnazione.