Fuga verso le Marche
THE MODERN VOYAGER
Andrea Loreti
Weekend di fuga: da Roma a Urbino tra curve, sapori e relax
Ci sono momenti in cui Roma diventa troppo. Troppo veloce, troppo rumorosa, troppo tiranna. E allora, a 38 anni, con la stessa passione di sempre per motori, buon bere e buon cibo, ho infilato due cambi in borsa, ho fatto il pieno e sono letteralmente scappato.
Direzione: Urbino. Una di quelle mete che scegli quando vuoi sparire senza davvero sparire, quando hai bisogno di respirare aria diversa, più leggera, più gentile.
La strada che ti rimette in pace
Per chi ama guidare, il viaggio comincia ben prima della destinazione. Lasciata l’Urbe, le strade iniziano a raccogliersi, a curvare, a diventare intime. L’Appennino marchigiano è un invito al piacere della guida: saliscendi morbidi, curve che sembrano disegnate per chi – come me – ama sentire la moto o l’auto dialogare con l’asfalto fino a diventare un estensione del proprio corpo.
L’Appennino marchigiano in autunno, è un mosaico di colori che muta a ogni curva. I boschi si tingono di rame e oro mentre le valli si aprono improvvise tra colline morbide e piccoli borghi di pietra. L’aria è fresca, profuma di terra umida, e il vento porta via ogni pensiero. La strada si snoda sinuosa, un nastro d'asfalto che ogni sosta regala una vista nuova: montagne che si mostrano sfumate nella nebbia, campi arati, campanili lontani. È un viaggio lento e libero, dove il rombo del motore si mescola al silenzio del paesaggio.
Dopo questa goduria mi sono ritrovato davanti alle mura di Urbino, che hanno la stessa eleganza di un vecchio vino ben conservato.
Dormire appena fuori città, tra quiete e confort.
Ho pernottato in una struttura appena fuori Urbino, immersa nel verde e dotata di una spa che meriterebbe già da sola il viaggio.
La gentilezza del personale, la disponibilità, la cura nei dettagli: tutto contribuisce a farti sentire non un semplice ospite, un accoglienza sincera, semplice che oggi non è affatto scontata.
Due giorni tra storia, sapori e… un’accoglienza che sorprende
Urbino è una città che non si limita a mostrarsi: ti accompagna. I suoi vicoli ripidi, i palazzi rinascimentali, le botteghe, il Palazzo Ducale e naturalmente la casa di Raffaello… tutto sembra pensato per essere vissuto senza fretta. Ma quello che mi ha colpito davvero è stato il modo in cui le persone ti parlano, rispondono, spiegano: con una gentilezza naturale, disarmante, che ti fa sentire subito a casa.
E poi un dettaglio che merita una nota: Urbino è pulita, curata, organizzata. Marciapiedi in ordine, spazi pubblici ben tenuti, indicazioni chiare, una sensazione generale di armonia. Si percepisce una città che si rispetta e che vuole essere rispettata.
Due ore di silenzio perfetto
Ora, uno che scappa dalla città macina tutti quei chilometri è abbastanza provato e infatti le due ore trascorse nella spa della struttura sono state rigenerative. Bagno turco, sauna, piscina, un alternarsi di calore e freschezza che ha rimesso in ordine corpo e testa. Nessun rumore, nessuna fretta: solo la sensazione di aver premuto finalmente “pausa”.
Il rientro, con qualcosa in più
La strada verso Roma, al ritorno, è sembrata meno lunga. Forse perché avevo lasciato alle spalle un weekend che aveva tutto: guida, buon cibo, vino giusto, relax, ospitalità autentica e una città sorprendente che va vissuta e a cui bisogna dedicargli più di queste righe.
A volte basta davvero poco: un pieno, due giorni fuori e un posto come Urbino.
Il resto lo fa il territorio, il calore delle persone, e quella sensazione rara di essersi trattati bene.
Un posto dove un uomo di 38 anni può sentirsi di nuovo leggero… almeno fino al prossimo weekend.