Non siamo pronti a lasciare l'auto

GREEN IDEASOCIETÀ & COSTUME

Andrea Loreti

Mobilità sostenibile: siamo davvero pronti a lasciare l’auto?

Premessa doverosa: Personalmente gli obbiettivi imposti dall'Europa nel Green Deal sono irrealistici e non sostenibili da nessun paese dell'unione europea e sinceramente non trovo il senso di questi provvedimenti visto che il resto del mondo non ha nessuna intenzione di fare nemmeno un 1% del sacrificio che dovranno sopportare i cittadini europei detto questo ho tentato di affrontare il tema della mobilità scevro dalle opinioni personali.

Da anni sentiamo parlare di mobilità sostenibile, piste ciclabili, mezzi pubblici potenziati e città “a misura di pedone”. Tutto molto bello sulla carta. Ma, nella realtà, siamo davvero pronti a rinunciare all’auto privata? e quanto è realistico?

L’auto non è solo un mezzo di trasporto: è indipendenza, comodità.

Ci libera dal vincolo degli orari dei bus, ci fa arrivare in ufficio anche quando piove a dirotto, ci permette di partire all’ultimo minuto per un weekend fuori città. Insomma, non è facile immaginare di farne a meno.

Certo, i dati ci dicono che il traffico urbano soffoca le città, che l’inquinamento da trasporto è uno dei problemi ambientali e che lo spazio occupato dalle auto potrebbe essere ripensato per la collettività. Ma la domanda resta: ci sono alternative sufficientemente comode e realistiche?

Molte città stanno investendo in piste ciclabili, sharing mobility e potenziamento dei mezzi pubblici. Eppure, spesso il servizio non è puntuale, le bici e i monopattini condivisi non coprono tutte le zone, e i treni regionali… lasciamo perdere. Forse siamo ancora in una fase di transizione, in cui le buone intenzioni faticano a tradursi in un vero cambiamento delle abitudini quotidiane.

In fondo, rinunciare all’auto non è solo una scelta individuale, ma un salto collettivo: senza infrastrutture solide, senza trasporti pubblici efficienti e senza una cultura della mobilità diversa, la svolta rischia di restare più uno slogan che una realtà.

Quindi, siamo pronti? non proprio. O forse, più onestamente, non ce né sono le possibilità.

Un esempio concreto di questa tensione è la creazione delle ZTL nelle città. Sulla carta, limitare l’accesso alle auto private nei centri storici ha senso: meno traffico, meno smog, più vivibilità. Ma la domanda sorge spontanea: come si muove chi non può permettersi un’auto elettrica o non vive in centro?

Se l’alternativa proposta è un trasporto pubblico poco frequente, sovraffollato o mal collegato, allora la ZTL rischia di sembrare più una forzatura amministrativa che una scelta condivisa dai cittadini. Si penalizzano gli automobilisti senza offrire loro un vero piano B.

In queste condizioni, la sostenibilità diventa più una questione di obbligo che di opportunità, e si crea quella sensazione di “imposizione dall’alto” che difficilmente stimola un cambiamento spontaneo delle abitudini.

Forse il problema non è la ZTL in sé, ma il fatto che arrivi prima di un sistema di trasporto alternativo valido e accessibile. Insomma, viene da chiedersi: stiamo davvero incentivando la mobilità sostenibile, o stiamo semplicemente mettendo ostacoli all’uso dell’auto?

cars parked on the side of the road during daytime
cars parked on the side of the road during daytime